fonte: Wikipedia
Giorgio Asproni (Bitti, 1808 – Roma, 1876) è stato un politico italiano, tra le massime figure della storia moderna sarda, grande autonomista e incrollabile repubblicano.
Fu deputato del parlamento subalpino e della camera del Regno d'Italia per un totale di 9 legislature.
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Deputato Giorgio Asproni
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Nacque a Gorofai - ora rione di
Bitti ma fino al
1881 paese a sé
stante - nel 1808,
figlio di Giorgio e di Rosalia Demurtas. Di povera famiglia, rimasto orfano di
padre, fu mantenuto agli studi da uno zio prete. Laureatosi in giurisprudenza
abbracciò giovane la vita ecclesiastica per volontà dello zio. Divenne canonico
penitenziere di Nuoro,
dove insegnò appunto teologia morale. La vivacità dell'ingegno lo spinse a
condurre una vita piena e movimentata, mentre emergevano le sue tendenze
democratiche e repubblicane. Si presentò candidato alla I legislatura, ma la sua
elezione fu annullata per incompatibilità con la carica di canonico.
Svestito l'abito talare nel
1849 per seguire
questa sua passione politica, divenne uomo di punta della rappresentanza sarda
del parlamento subalpino e della camera del
Regno d'Italia per ben 27 anni, schierato nelle file della sinistra.
Dotato di spiccate doti oratorie, si occupò delle più
importanti problematiche della Sardegna del tempo: agricoltura,
ademprivi
[1], colonizzazione, infrastrutture ferroviarie e marittime, miniere,
circoscrizioni giudiziarie e amministrative, ordine pubblico.
Fu uno dei primi e più convinti sostenitori della concezione dell’autonomia
sarda inserita in una prospettiva federalista.
Gli viene attribuito l'opuscolo Progetto di legge pel miglioramento de'
Regolari dell'Isola di Sardegna del
1850.
La sua azione di sensibilizzazione della classe politica nazionale sui problemi
sardi portò il governo, nel
1868, ad istituire
un'inchiesta parlamentare sulle condizioni dell'isola; inchiesta presieduta da
Depretis che peraltro non sortì gli effetti desiderati.
Nel
1859 partecipa in maniera attiva ai moti risorgimentali procurando e
fornendo soldi e armi per i volontari. In questo clima fonda a
Torino la
"Società dei Liberi Comizi", promuovendo la creazione del giornale Lo
stendardo Italiano.
Partecipa alla
Spedizione dei Mille seguendo i
garibaldini a
Palermo nell'agosto nel
1860 e in seguito a
Napoli. In
questo ambiente stringe rapporti con gli esponenti democratici meridionali e
inizia la sua collaborazione coi giornali di
Napoli più
importanti.
È inoltre riconosciuto come uno dei cospiratori che, minacciando il governo,
organizzarono un'insurrezione generale nel
1869.
Irriducibile oppositore del
Cavour e dei successivi governi di destra, Asproni seguì le grandi questioni
di politica nazionale ed estera e acquistò prestigio anche in virtù dei rapporti
che lo unirono ai maggiori esponenti democratici del risorgimento italiano:
amico di
Mazzini, intraprese rapporti con
Garibaldi,
Carlo Cattaneo,
Manin
ed altri; dal 1865
ebbe contatti con
Bakunin, da cui però rimase poco influenzato.
Negli anni 1863-67 partecipò intensamente al movimento
operaio: prese parte al decimo congresso delle "Società Operaie" a Parma; fu
anche fautore dell’invio di una delegazione italiana a Londra, dove si era
costituita l’Associazione Internazionale dei Lavoratori.
La sua vivacità e curiosità intellettuale e politica lo portarono ad aderire
anche alla massoneria.
Collaborò con i maggiori organi di stampa di orientamento democratico nelle
città in cui le esigenze dell'attività politica lo indussero a trasferirsi:
Cagliari,
Genova,
Torino,
Palermo,
Napoli,
Firenze,
Roma e
Milano; fu
negli anni 1864-1865
direttore del
Popolo d'Italia di
Napoli di
ispirazione mazziniana.
La sua attività politica e parlamentare dal
1855 al
1876 è ben
documentata, soprattutto in virtù del suo monumentale Diario politico:
opera autobiografica in sette volumi, fonte primaria per la storia del periodo
risorgimentale italiano e della
Sardegna.
Asproni si spense a
Roma il
30 aprile 1876.
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