In San Domenico il canto arcaico dei Tenores di Bitti
16 giugno 2011 — pagina 34 sezione: Nazionale
MODENA È il canto a tenore il protagonista dell'appuntamento di stasera,
alle 21.15, nella chiesa di San Domenico, della rassegna "I luoghi sacri del
suono". I Tenores di Bitti, con le loro voci gutturali che rimandano a tempi
antichissimi, saranno per la prima volta in città. Ascoltando il "canto a
tenore" di Omar Bandinu, Marco Serra, Bachisio Pira e Arcangelo Pittudu si
ha l'impressione di una fusione totale con la natura: tipico della Sardegna
centrale, è caratterizzato da quattro voci maschili, dalla più grave alla
più acuta - bassu, contra, oche e mesu oche - che disposte incerchio
intonano canti che hanno caratteristiche musicali differenti a seconda della
provenienza geografica. Il particolare impasto vocale risuona arcaico, come
se provenisse da un mondo lontano: ciò è dovuto soprattutto all'utilizzo
della tecnica del canto gutturale, di cui esistono pochissimi altri esempi
conosciuti. Non è difficile capire perché l'Unesco nel 2005 abbia deciso di
includerli - unico caso in Italia insieme all'Opera dei Pupi Siciliani - tra
i 43 capolavori che costituiscono il patrimonio intangibile dell'umanità. Il
canto a tenore dei pastori del centro della Sardegna è uno stile vocale di
grande fascino e uno straordinario esempio di polifonia del Mediterraneo per
complessità, ricchezza timbrica e forza espressiva. Alcuni vecchi, che in
gioventù cantavano, raccontano che le tre voci che compongono il coro, altro
non fossero che il muggito del bue, il belato della pecora ed il suono del
vento opportunamente armonizzati fra loro dai pastori sardi che in questo
modo avrebbero dato origine al canto. Una leggenda che sottolinea il forte
legame fra natura e cultura che è alla base del canto a tenore. Il gruppo
dei Tenores di Bitti "Mialinu Pira" è intitolato allo scrittore e
intellettuale Michelangelo Pira noto a Bitti come "Mialinu" e "Crapinu".
Forti di uno stile meno aspro degli altri stili vocali, hanno raggiunto un
alto livello di esecuzione e stile. Frequenti le loro partecipazioni a
trasmissioni televisive nazionali come "Affari tuoi" di Paolo Bonolis. Negli
ultimi anni si sono esibiti con successo in Francia, Germania, Danimarca,
Norvegia, Spagna, Belgio e in latri altri Paesi. Il gruppo svolge anche
attività didattica preso le scuole e le università con il compito di
diffondere e salvaguardare il patrimonio musicale locale. La chiesa di San
Domenico è stata scelta per le particolari caratteristiche acustiche e per
la possibilità di disporre il pubblico attorno agli esecutori. La chiesa
sorge nel luogo dove nel 1243 i frati di San Domenico eressero una prima
chiesa, orientata liturgicamente (con facciata ad ovest). Dopo l'arrivo
degli Este a Modena e l'inizio dell'edificazione del nuovo Palazzo ducale,
la chiesa risultava molto vicina e disarmonica rispetto alla residenza
estense, per questo nel 1707/1708 fu decisa la demolizione e l'edificazione
di un nuovo tempio, con facciata allineata a quella del palazzo. La chiesa
fu aperta al culto nel 1731. “I luoghi sacri del suono” si conclude giovedì
23 giugno, alle 21.15, presso la chiesa di Sant'Agostino (Largo porta
Sant'Agostino): l'ultimo appuntamento è con il concerto del coro Luigi
Gazzotti. E sostenuta da Comune, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena,
Banca Popolare dell'Emilia Romagna e Franco Cosimo Panini Editore.
L''ingresso è gratuito. Nicola Calicchio